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Solo allora si può sostenere che la ‘Bellezza-che-chiama’
davvero non delude, davvero accompagna, davvero ha riempito
il cuore. E’ capace di grande fedeltà, non viene meno alle sue
promesse, esorcizza quelle paure e incertezze che affiorano,
oggi più che mai, ogni qualvolta un giovane prova ad alzare
lo sguardo verso il proprio futuro per investire su qualcosa
per cui valga davvero la pena sbilanciarsi. Il Vangelo della
Vocazione merita di essere vissuto e annunciato come realtà
capace di dare senso e sostanza alla vita propria e degli altri.
“Annunciare Cristo significa mostrare che credere in Lui e
seguirlo non è solamente una cosa vera e giusta, ma anche bella,
capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia
profonda, anche in mezzo alle prove. (Evangelii Gaudium 167)
Queste parole di papa Francesco che intendono farci da bussola
nel cammino dei prossimi anni le ritroviamo estremamente
coerenti e in piena continuità con questa testimonianza di vita
partita 70 anni fa.
“La migliore motivazione per decidersi a comunicare il
Vangelo è contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine
e leggerlo con il cuore. Se lo accostiamo in questo modo, la sua
bellezza ci stupisce, torna ogni volta ad affascinarci. Perciò è
urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta
di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che
umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c’è
niente di meglio da trasmettere agli altri.” (EG 264) “Niente
di meglio”, dice il papa, “lasciarsi toccare dalla Bellezza” dice
don Nino, e su questa Bellezza investire tutto e tutto donare.
* Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Vocazionale
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