Page 11 - don nino 70 ordinazione
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volte tutto imbiancato dalle nuvole di polvere che doveva
            attraversare al passaggio delle macchine (ancora rare) che
            incontrava sulla strada bianca, polverosa e dissestata.
            C’era una cosa, però, che incuriosiva il piccolo “perché”:
            Casimiro appena giungeva, faceva un gesto di saluto con
            la mano ai suoi ragazzi e poi, ogni volta, per qualche
            minuto si recava in chiesa. “A fare cosa?” si domandava
            il bambino.  Non ci pensò due volte. Il sabato seguente,
            quando lo vide, lontano, ma in linea di arrivo, si precipitò
            in chiesa per nascondersi dietro le tende poste ai lati
            dell’altare maggiore, per scoprire il segreto di queste
            misteriose soste.
            Casimiro entrò, bagnò la mano nell’acqua santa, e
            dopo aver fatto un lento e devoto segno della croce, si
            inginocchiò sul primo gradino dell’altare, alzò gli occhi
            verso il tabernacolo, in silenzio, ma attento, come se
            fosse in ascolto di qualcuno. Un altro segno della croce,
            fatto senza fretta, e poi uscì, festosamente accolto dal
            gruppetto dei suoi Aspiranti.
            “Perché vai in chiesa?”. Gli chiese a bruciapelo il piccolo
            “perché”. “Vado a salutare Gesù – rispose sorridendo
            Casimiro – non c’è nessuno bello, buono, e importante
            come Lui. Gesù ci insegna e ci aiuta a vivere”. Una risposta
            che suscitava precisazioni. Per Casimiro un’occasione
            attesa per parlare della misteriosa e reale presenza di
            Gesù nell’Eucaristia. Le parole piene di fede e di calore
            lasciarono perplesso e pensoso il bambino che faceva il
            chierichetto. La domenica dopo, al suono del campanello
            che invitava i fedeli a raccogliersi, per il momento della
            consacrazione del pane e del vino, si spostò, guardò
            attentamente se Gesù arrivava ma restò  deluso.
            Il momento più bello della vita del bambino di cui
            raccontiamo la storia, avvenne al tramonto di una calda
            giornata estiva.


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