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154 Nel dono di un servizio
ogni altro pensiero passò in secondo ordine. Per il suo
carattere affettuoso ed estroverso diventò presto per
Mamma tutti “la mamma”.
E per lei, naturalmente, i ragazzi dell’oratorio di-
Cesarina vennero “i suoi bambini”.
Montagne di magliette, calzettoni e quant’altro ser-
viva per le partite di calcio, da lavare quasi settimanal-
mente, era il servizio che faceva con disponibilità e
amore, provvedendo alle riparazioni, ai rammendi, alla
stiratura e a quant’altro le veniva richiesto.
La mamma di don Nino si chiamava Cesarina. Ri- Esperta come sarta, confezionò per anni i
masta vedova, liquidò il piccolo negozio che gestiva fazzolettoni degli scout, bandiere per le squadriglie e
da anni a Gavello di Mirandola per andare a vivere per il Reparto, e ciò che serviva ai campi scout per
con il figlio sacerdote a Carpi. dare vita e colore all’avventura.
A differenza delle donne di servizio a volte impa-
I legami con la gente del suo paese erano stati sem- zienti e intolleranti, a mamma Cesarina piaceva tutto
pre forti e non le fu facile perdere la nostalgia per la quello che nei ragazzi esprimeva la gioia di vivere. La
terra dove era nata e vissuta per buona parte della sua confusione e i giochi chiassosi non la infastidivano.
vita. “E’ il loro tempo”, diceva “Al Sgnor li bandissa!”
Il Signore li benedica.
All’oratorio cittadino, dove il figlio svolgeva la sua
missione, si sentì molto presto coinvolta al punto che Una sola cosa faceva fatica a capire: le riunioni
La mamma di don Nino e Luigi Lamma

