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                               Il Maestro

                                    Marchi


                            Pippo e il doposcuola








                     Il maestro Giacinto Marchi, detto comunemente
                   “Pippo”, divenne fin dai primi anni dell’Oratorio un
                   prezioso collaboratore. Lo incontrai alle scuole ele-
                   mentari “M.Fanti” in occasione di una delle venti le-
                   zioni di religione che allora era ancora consentito te-
                   nere agli alunni delle scuole primarie.
                     Il circolo didattico disponeva di ottimi docenti, ma
                   il maestro “Pippo” sembrava avere una marcia in più
                   per le sue spiccate ed originali capacità didattiche.
                     Anche alle lezioni di religione partecipava attiva-
                   mente proponendo sempre agli alunni esercitazioni sugli
                   argomenti trattati.
                     Per me fu facile sentirmi in sintonia con un maestro
                   ricco di creatività e molto sensibile alle proposte di
                   carattere artistico e di espressione in genere.
                     Fu notevole la collaborazione scolastica ed extra-
                   scolastica nella realizzazione di piccoli spettacoli, di
                   parabole sceneggiate, e a Natale nella realizzazione di
                   originali presepi che ancora si potevano allestire nelle
                   aule scolastiche senza “turbare la sensibilità religiosa
                   degli allievi non cristiani”.
                     All’Oratorio Pippo si fece amico degli scout e si
                   dimostrò contento di partecipare ai loro campi estivi
                   in val di Fassa, offrendo la sua collaborazione come
                   esperto in arte culinaria.
                     Quante volte dovette correre ai ripari con drastici
                   interventi, quando i cucinieri di squadriglia, in gara fra
                   di loro, realizzavano misteriosi intrugli che non allie-
                   tavano per niente i capi normalmente invitati ai “lauti
                   pasti”. Frequentemente, invece, era proprio lui, il
                   maestro, a preparare i menu, a cucinare, per offrire
                   “banchetti” che mettevano in allegria l’intera comuni-
                   tà scout.


                     Divenne presto collaboratore stabile come segreta-
                   rio della Direzione dell’Oratorio, offrendo volontaria-
                   mente il suo servizio negli ambiti che più gli erano
                   congeniali.
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