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I fatti e gli eventi 97
di ricreazione e di … follia.
Chi fa educazione sa che tutto
può essere espressione d’amore, tut-
to può essere finalizzato al bene
delle persone che ama.
La fantastica, lunga storia dei
carnevali oratoriani incominciò nel
1955. La struttura a disposizione era
allora limitata e non deve sorpren-
dere se per allestire un piccolo pal-
co furono accatastati con fatica tron-
chi d’alberi depositati – da chi, non
si sapeva – nei cortili della Fonda-
zione.
Ma la voglia di festa e l’impegno
dei collaboratori – non tanti, allora,
ma tutti fortemente motivati – con-
tribuirono a fare del “piccolo carne-
vale” una manifestazione di genera-
le gradimento. I presentatori Luigi Lamma e Fulvio Ferrarini
Il carnevale che più ha lasciato il segno si realizzò
l’anno dopo. Fu l’inizio delle “cose in grande”.
Gruppi mascherati provenienti dalle parrocchie del- Don Nino con i bimbi
la città, tornei e giochi tradizionali, e un numero incal- al primo carnevale dell’Oratorio
colabile di ragazzi e adulti affollò all’inverosimile il
grande cortile interno dell’oratorio, il cosiddetto “tea-
tro dei mille” per gli spettacoli teatrali e le opere liri-
che rappresentate negli anni del dopoguerra. La mani-
festazione continuò gli anni successivi con proposte
sempre innovative.
Fu memorabile l’evento di Re Carnevale, piovuto
dal cielo, con un elicottero atterrato, tra la folla, nel-
l’adiacente campo sportivo Eden, e messo gentilmente
a disposizione dalla Polizia.
Vennero poi gli spettacoli teatrali a creare l’am-
biente fantastico nel quale si svolgeva la sfilata dei
ragazzi in costume da risultare interminabili per il
numero dei partecipanti.
Qualificante fu anche la collaborazione offerta dal
presentatore Luciano Lugli che, per l’amicizia che lo
legava a don Nino, offrì sempre il suo servizio senza
chiedere alcun compenso.
Erano le favole più note raccontate ai ragazzi e che
gli scout mettevano in scena con grande sforzo di
scenografie, coreografie e costumi, a creare l’atmosfe-
ra fantastica per la grande festa.
Per la verità bisogna dire che negli anni ’70 la sfi-

