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Nel cuore della città 17
Spazi
per lo spirito
C’era da fare per tutti, nei primi tempi, all’oratorio.
Bisognava rendere più accogliente e allegro l’ambien-
te che il tempo aveva intristito.
I grandi edifici, nel corso di quattrocento anni,
avevano subito manomissioni, rifacimenti, interventi
dissennati, ed ora bisognava dar loro, per quanto pos-
sibile, il volto originale.
I locali assegnati all’oratorio erano tra i più segnati
dall’usura del tempo. Era indispensabile renderli ac-
cettabili, trasformarli in sale di servizio e di ricreazio- Gianni Allesina
ne. I mezzi disponibili: le mani, il cuore e poco altro.
Ma era bello lavorare alacremente insieme per rendere Valerio Setti
vivibili la “seconda casa”. E l’impegno per mesi fu
tanto.
Si misero a dimora, negli spazi disponibili, piante e
fiori. Ai lati del campo, una lunga fila di aceri e pioppi
la cui crescita e conservazione fu motivo di scommes-
se. Rose rampicanti, di diversi colori e varietà, a co-
prire tutte le pareti dall’intonaco fatiscente.
E poi scivoli, altalene, piccole giostre a spinta… e
si respirò aria nuova.
La prima Cappella
dell’Oratorio
Mancava una cappella, al centro della vita oratoriana.
Mancava uno spazio privilegiato ove pregare insieme,
con l’auspicio di un tabernacolo per l’Eucaristia. Per
sentire più forte la presenza di Gesù, come amico,
come partecipe dei giochi, come Maestro.
Individuato lo spazio per realizzarla, stupì l’opero-
sità di alcuni adolescenti nel maneggiare picconi, scal-
pelli e mazzette da lavoro, per abbattere, sotto la guida

