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                      Gli affreschi furono portati pazientemente allo sco-  una sontuosa decorazione “a fresco” seicentesco, pur-
                   perto e in seguito catalogati a cura della Sovrinten-    troppo molto deteriorata, ma ancora leggibile. Ed oggi
                   denza delle Belle Arti in attesa di auspicabili possibili  stimata tra le più belle opere del barocco emiliano.
                   restauri.                                                  Fu don Nino Levratti ad intuirne il valore e a vo-
                                                                            lerla salvare facendo liberare le parti rimaste dai ri-
                      Il prof. Romano Pelloni scrive:                       petuti strati di tinteggiatura a calce.
                                                                              Alfonso Garuti attribuisce questa decorazione ai
                      Quando iniziai a frequentare il grande spazio del     bolognesi Colonna, Mitelli, Monti e Bianchi, un’equipe
                   Monastero di Santa Chiara si era ai primi anni del       di esperti della decorazione scenografica e della pro-
                   dopoguerra e frequentavo la scuola serale d’arte or-     spettiva dal basso all’alto introdotta nel modenese
                   ganizzata dal Comune. I locali erano quelli del liceo    dalla scuola di Andrea Pozzo. Arte delle meraviglia,
                   scientifico “Manfredo Fanti” e il grande spazio della    opera del barocco peraltro poco in sintonia con l’au-
                   Sala Capitolare dimezzato in altezza per ricavarne,      sterità di un monastero; fughe di colonnati e balau-
                   nella parte inferiore, delle aule, mentre quello supe-   strate ove svolazzi di animali, fiori e drappeggi crea-
                   riore era destinato a deposito del carbone per alimen-   no un’atmosfera fantastica.
                   tare le stentate stufe per riscaldare i locali scolastici.  Sulle pareti, purtroppo ancor più consumate figure
                      Trasferito il liceo in altro edificio quel grande spa-  di santi sono collocate entro sontuose nicchie ed opu-
                   zio venne utilizzato come salone per incontri cultura-   lenti cartigli.
                   li, grazie anche alla bella e vasta volta a calotta un-    Agli angoli della sala le bianche aquile
                   ghiata su peducci poggianti su eleganti testine d’an-    estensi,opera databile alla seconda metà del ‘600.
                   geli dorate.                                               In questa sala, chiamata appunto “del ‘600" tanti
                      E fu qui che nel restaurare gli intonaci, si scoprì   sono gli incontri, i dibattiti, i convegni del mondo





                   Sala del Capitolo (o del ‘600)
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