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                   attenta di adulti, vecchie e dissestate pareti, spingere  to come anche la tecnica pittorica del crocifisso erano
                   pesanti carriole cariche di rottami… e quant’altro era  mie ricerche sperimentali di quei lontani anni fine anni
                   necessario fare per portare a termine la più straordina-  ‘50 e primi anni ‘60, opere realizzate con materiale
                   ria delle imprese.                                      povero e allo stesso tempo innovative anche come lin-
                     Alla fine, come ovvio, fu indispensabile l’interven-  guaggio estetico: erano tecniche che piacevano a don
                   to di artigiani e tecnici per i lavori di rifinitura e arre-  Nino perché le riteneva valide per uno spazio creato
                   damento, ma intanto il sogno s’era già fatto realtà.    per i giovani.
                                                                              In quella cappella si formarono intere generazioni
                     La prima cappella dell’oratorio don Nino Levratti     di giovani: scout che tanti ruoli, anche importanti, ri-
                   la volle al fianco dell’ingresso stesso, dirimpetto alla  coprirono nella nostra città e non solo.
                   segreteria e al suo studio, un punto degli spazi del-
                   l’oratorio che non si poteva non vedere. Uno spazio        Una soluzione innovativa in quella cappella fu la
                   lungo e stretto che progettò egli stesso con un’innata  collocazione del tabernacolo, non ancora a parete come
                   sensibilità, al tempo artistica e sacerdotale.          fu poi abitualmente dopo il Concilio, ma posto ancora
                     A me commissionò tre opere: un pannello in cera-      sull’altare, quello però già rivolto verso il popolo, ove
                   mica per l’altare, un grande crocifisso su tavola e una  il tabernacolo venne incastonato nella parte anteriore
                   vetrata, o meglio una pseudo-vetrata da collocare so-   della mensa quasi a protendersi verso i fedeli. Una
                   pra al confessionale ove però non c’era una finestra e  soluzione coraggiosa che ebbe qualche osservazione
                   l’immagine veniva illuminata dal retro con luce elet-   dagli Uffici curiali.
                   trica. Quella vetrata, realizzata con cellophane colora-















































                            Pseudovetrata di Romano Pelloni posta sul confessionale della prima cappella dell’Oratorio.
                            Significato  del  trittico: - pesa sulla coscienza il male che allontana da Dio;
                                               - in nome di Gesù, il sacerdote assolve il peccatore pentito;
                                               - e l’anima ritorna in comunione con Dio.
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