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zioni l’Eden, la cui storia percorre le pagine di questo presidente diocesano della G.I.A.C., capii che era ne-
libro. Da parte mia restano da fare alcune finali con- cessario smuovere qualcosa nelle parrocchie e
siderazioni e la prima è che sarebbe difficile o quanto rilanciammo in grande stile, con una seconda fonda-
meno indebito fare il conto su quanto è stato fatto in zione, il C.S.I., fu solo grazie a queste esperienze di
oltre mezzo secolo. Un’intera parte del libro è dedica- cui l’Oratorio fu certamente antesignano, che quella
ta a bellissime testimonianze dei protagonisti di quegli grande opera di mobilitazione fu possibile.
anni. Questo basti! Credo però di dovere sottolineare La terza e finale considerazione è forse ancora più
che fra tutti quelli che sono passati per l’Oratorio ampia e si riferisce all’impegno culturale. Posso solo
certamente molti hanno fatto scelte diverse e si sono citare le Settimane della Comunicazione Sociale che
successivamente mossi in un orizzonte sostanzialmen- furono esemplari e mi posero a fianco di don Nino in
te areligioso. Ma quegli anni in Oratorio hanno co- una serie di iniziative che credo fecero epoca e che
munque esercitato una sensibile influenza, nei con- comunque restano come paradigma di cultura. Ma non
fronti della definizione stessa di vita e dei rapporti solo. L’Eden ospitò il Cineforum in particolare e si
interpersonali. Un dato educativo in cui rientra anche avviò su queste spinte la convinzione che non si pote-
un atteggiamento di gratitudine verso i Sacerdoti e gli va essere assenti dai mezzi di comunicazione. Erano
educatori conosciuti e comprende un atteggiamento be- gli anni delle cosiddette radio libere e a Canale 7
nevolo e di rispetto nei confronti della Chiesa. Non è chiamai dei collaboratori formatisi certo negli studi
poco! Per non parlare poi ovviamente di centinaia di universitari, ma sperimentatisi all’Oratorio nel dialogo
giovani che hanno guardato alla vita nella luce della stringato che il mezzo radiofonico imponeva. Pur nel
fede, hanno fatto scelte eticamente impegnate, hanno prevalere di altre ragioni, in specie la crisi culturale
risposto con entusiasmo, hanno pregato e vegliato, fatto degli anni Settanta, in questo ambito nacque la Libre-
volontariato e si sono impegnati nella società diven- ria Il Portico che si inseriva e completava questo ri-
tando a loro volta classe dirigente, così come avvenne sveglio culturale.
negli anni Cinquanta. Nel 1976 si svolse un Convegno ecclesiale su
Una seconda considerazione prende in esame l’ef- Evangelizzazione e promozione umana. A distanza di
fetto alone che l’Oratorio ha esercitato attorno a sé, anni dovremmo forse verificarci sulle indicazioni che
grazie a don Nino, a questa sua capacità di comporre ne uscirono. Certamente l’Oratorio cittadino ne usci-
elementi di tradizione e di modernità che sono diven- rebbe con un ottimo voto. Oggi di fronte a una crisi
tati modello attraverso le tante iniziative e il modo di giovanile che si presenta con toni drammatici l’Orato-
operare. Fu un’importante lezione (in particolare per il rio conduce dal 1997 il progetto Kairos inquadrato
rispetto delle regole) sul nostro vissuto parrocchiale e nell’InChiostro aprendosi ai giovani più disorientati e
le sue esigenze espressive alla luce di una generale a rischio accettando una sfida del nostro tempo, facen-
accettazione dei valori di fondo ricevuti e positiva- dosi matrice di una missione alla luce della carità e
mente sperimentati da trasmettere negli anni della for- della solidarietà per un’etica dell’amore e della vita.
mazione ai ragazzi che si affidavano e noi. Diventa Pochi giorni da quando scrivo queste righe, a una Messa
centrale a questo punto uno stile di essere educatore vespertina in Cattedrale ho sentito predicare don Nino
che don Nino viveva, interpretava e sapeva trasmette- con lo stesso fervore di sempre, con la stessa convin-
re come condizione di maggior servizio ai fratelli e zione che la Chiesa e la famiglia possono ancora edu-
come segno della sua consacrazione a Dio. A questo si care pur nel senso di mutamenti culturali d’oggi, senza
aggiungeva la sua particolare personalità di cui faceva subalternità affermando la loro presenza come comu-
parte il senso del bello, l’amore per la natura, la sen- nità educante. Coglievo forza e convinzione nelle sue
sibilità artistica, il desiderio di perfezione e ci spinge- parole, concretezza e dignità, i concetti di servizio e di
va a fare quel salto di qualità che mancava a tante impegno, la capacità e la consapevolezza dell’educa-
nostre realtà. Un effetto alone, si è detto, che si pro- tore di sempre e del sacerdote chiamato dal Signore.
pagandava nelle parrocchie che facevano proprie tante Ascoltavo e pensavo di questa sua impossibilità di
iniziative oratoriale. Dove sono nate, tanto per citare, “smontare dal servizio” per una responsabilità perso-
le Olimpiadi Vitt, i Carnevali, la processione dei Re nale ineliminabile che fa parte della sua vocazione
Magi, la Carpine, una squadra di calcio che seppe permanente che attinge l’essere prima che il fare, che
affrontare i tornei provinciali…e ancora tante altre ha riscoperto ogni giorno, chiamato al «mestiere» del-
iniziative, se non all’Oratorio? la grande pazienza e della grande speranza.
Da questo fortissimo contesto nel 1962/63 con l’aiu-
to dell’inossidabile Gianni Battini e altri, quando, come

