Page 6 - eta fiorita web_Neat
P. 6

4


                   zioni l’Eden, la cui storia percorre le pagine di questo  presidente diocesano della G.I.A.C., capii che era ne-
                   libro. Da parte mia restano da fare alcune finali con-  cessario smuovere qualcosa nelle parrocchie e
                   siderazioni e la prima è che sarebbe difficile o quanto  rilanciammo in grande stile, con una seconda fonda-
                   meno indebito fare il conto su quanto è stato fatto in  zione, il C.S.I., fu solo grazie a queste esperienze di
                   oltre mezzo secolo. Un’intera parte del libro è dedica-  cui l’Oratorio fu certamente antesignano, che quella
                   ta a bellissime testimonianze dei protagonisti di quegli  grande opera di mobilitazione fu possibile.
                   anni. Questo basti! Credo però di dovere sottolineare      La terza e finale considerazione è forse ancora più
                   che fra tutti quelli che sono passati per l’Oratorio    ampia e si riferisce  all’impegno culturale. Posso solo
                   certamente molti hanno fatto scelte diverse e si sono   citare le  Settimane della Comunicazione Sociale che
                   successivamente mossi in un orizzonte sostanzialmen-    furono esemplari e mi posero a fianco di don Nino in
                   te areligioso. Ma quegli anni in Oratorio hanno co-     una serie di iniziative che credo fecero epoca e che
                   munque esercitato una sensibile influenza, nei con-     comunque restano come paradigma di cultura. Ma non
                   fronti della definizione stessa di vita e dei rapporti  solo. L’Eden  ospitò il Cineforum in particolare e si
                   interpersonali. Un dato educativo in cui rientra anche  avviò su queste spinte la convinzione che non si pote-
                   un atteggiamento di gratitudine verso i Sacerdoti e gli  va essere assenti dai mezzi di comunicazione. Erano
                   educatori conosciuti e comprende un atteggiamento be-   gli anni delle cosiddette  radio libere e a  Canale 7
                   nevolo e di rispetto nei confronti della Chiesa. Non è  chiamai dei collaboratori formatisi certo negli studi
                   poco! Per non parlare poi ovviamente di centinaia di    universitari, ma sperimentatisi all’Oratorio nel dialogo
                   giovani che hanno guardato alla vita nella luce della   stringato che il mezzo radiofonico imponeva. Pur nel
                   fede, hanno fatto scelte eticamente impegnate, hanno    prevalere di altre ragioni, in specie la crisi culturale
                   risposto con entusiasmo, hanno pregato e vegliato, fatto  degli anni Settanta, in questo ambito nacque la Libre-
                   volontariato e si sono impegnati  nella società diven-  ria Il Portico che si inseriva e completava questo ri-
                   tando a loro volta classe dirigente, così come avvenne  sveglio culturale.
                   negli anni Cinquanta.                                      Nel 1976 si svolse un Convegno ecclesiale su
                     Una seconda considerazione prende in esame  l’ef-     Evangelizzazione e promozione umana. A distanza di
                   fetto alone che l’Oratorio ha esercitato attorno a sé,  anni dovremmo forse verificarci sulle indicazioni che
                   grazie a don Nino, a questa sua capacità di comporre    ne uscirono. Certamente l’Oratorio cittadino ne usci-
                   elementi di tradizione e di modernità che sono diven-   rebbe con un ottimo voto. Oggi di fronte a una crisi
                   tati modello attraverso le tante iniziative e il modo di  giovanile che si presenta con toni drammatici l’Orato-
                   operare. Fu un’importante lezione (in particolare per il  rio conduce dal 1997 il progetto  Kairos inquadrato
                   rispetto delle regole) sul nostro vissuto parrocchiale e  nell’InChiostro aprendosi ai giovani più disorientati e
                   le sue esigenze espressive alla luce di una generale    a rischio accettando una sfida del nostro tempo, facen-
                   accettazione dei valori di fondo ricevuti e positiva-   dosi matrice di una missione alla luce della carità e
                   mente sperimentati da trasmettere negli anni della for-  della solidarietà per un’etica dell’amore e della vita.
                   mazione ai ragazzi che si affidavano e noi. Diventa     Pochi giorni da quando scrivo queste righe, a una Messa
                   centrale a questo punto uno stile di essere educatore   vespertina in Cattedrale ho sentito predicare don Nino
                   che don Nino viveva, interpretava e sapeva trasmette-   con lo stesso fervore di sempre, con la stessa convin-
                   re come condizione di maggior servizio ai fratelli e    zione che la Chiesa e la famiglia possono ancora edu-
                   come segno della sua consacrazione a Dio. A questo si   care pur nel senso di mutamenti culturali d’oggi, senza
                   aggiungeva la sua particolare personalità di cui faceva  subalternità affermando la loro presenza come comu-
                   parte il senso del bello, l’amore per la natura, la sen-  nità educante. Coglievo forza e convinzione nelle sue
                   sibilità artistica, il desiderio di perfezione e ci spinge-  parole, concretezza e dignità, i concetti di servizio e di
                   va a fare quel salto di qualità che mancava a tante     impegno, la capacità e la consapevolezza dell’educa-
                   nostre realtà. Un effetto alone, si è detto, che si pro-  tore di sempre e del sacerdote chiamato dal Signore.
                   pagandava nelle parrocchie che facevano proprie tante   Ascoltavo e pensavo di questa sua impossibilità di
                   iniziative oratoriale. Dove sono nate, tanto per citare,  “smontare dal servizio” per una responsabilità perso-
                   le  Olimpiadi Vitt, i Carnevali, la processione dei Re  nale ineliminabile che fa parte della sua vocazione
                   Magi, la  Carpine, una squadra di calcio che seppe      permanente che attinge l’essere prima che il fare, che
                   affrontare i tornei provinciali…e ancora tante altre    ha riscoperto ogni giorno, chiamato al «mestiere» del-
                   iniziative, se non all’Oratorio?                        la grande pazienza e della grande speranza.
                     Da questo fortissimo contesto nel 1962/63 con l’aiu-
                   to dell’inossidabile Gianni Battini e altri, quando, come
   1   2   3   4   5   6   7   8   9   10   11