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                   opportune domande e ben mirate, la Parola del Signo-    il ritmo che, domenica dopo domenica, plasmava il
                   re.                                                     ragazzo. Forse questo ritmo era allora ancora più im-
                     Passati dalla Cattedrale all’Oratorio, i ragazzi avreb-  portante di oggi, perché la vita dei gruppi non aveva
                   bero incontrato due altri momenti formativi: l’attività  ancora quelle connotazioni di relazione interpersonale
                   delle Associazioni (per gli Aspiranti e gli Scout) e poi  e di cura della socializzazione che avrebbero caratte-
                   il catechismo guidato dai chierici del Seminario aperto  rizzato l’esperienza ecclesiale e civile a partire dagli
                   per tutti i ragazzi e che veniva tenuto nelle aule che,  anni ’70.
                   per lunghi anni, sarebbero state aule del Liceo.           Questo Oratorio è stato certamente uno dei luoghi
                     Naturalmente lo scenario generale era quello delle    principali della mia formazione, per cinque anni, fino
                   sale con i bigliardini, i tavoli da ping pong, il bar e, in  al mio ingresso in Seminario all’inizio del Liceo. Ho
                   un certo periodo, il Juke box. C’erano anche il campo   avuto molte volte l’occasione di paragonare l’espe-
                   di calcio, il cortile (che i più colti contemporanei avreb-  rienza fatta all’Oratorio anche confrontandola con i
                   bero identificato con il Chiostro), le sedi associative  racconti di molti altri compagni di studi, soprattutto
                   con gli angoli dei gruppi o delle squadriglie realizzate  nel decennio della mia formazione romana. Posso pro-
                   dai ragazzi stessi. Era veramente un mondo vario e      prio dire che non ho mai trovato testimonianze di espe-
                   compatto che accoglieva il ragazzo per fargli vivere la  rienze più strutturate e più umanisticamente piene. Qual
                   Domenica come un giorno specialissimo e, dentro la      era il segreto di don Nino, il suo tocco personale, il
                   Domenica, diventava naturale l’incontro con il Signo-   suo carisma ecclesiale? Penso bastino poche parole:
                   re e una certa attenzione alla sua Parola ed al suo     fantasia, visione “umanizzata” del Cristianesimo, se-
                   Vangelo.                                                rietà nel rapportarsi personalmente al ragazzo, decisio-
                     C’erano anche le gite, le gare, le premiazioni, il    ne nel chiedergli collaborazione e nel pretendere re-
                   Grest, il Carnevale, le Quaresime, ma era soprattutto   sponsabilità. Era sempre chiara una doppia esigenza:
                                                                           sognare in grande senza paura e avere chiarezza della
                                                                           necessità di impegnarsi per una formazione personale
                                                                           certo non automatica.




                                                                           Cesare Regispani (ora diacono) e Gildo Manicardi
                                                                           premiati all’Oratorio nel 1957




                                                                           Mons. Gildo Manicardi oggi.
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