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184 Nella vita di oggi
opportune domande e ben mirate, la Parola del Signo- il ritmo che, domenica dopo domenica, plasmava il
re. ragazzo. Forse questo ritmo era allora ancora più im-
Passati dalla Cattedrale all’Oratorio, i ragazzi avreb- portante di oggi, perché la vita dei gruppi non aveva
bero incontrato due altri momenti formativi: l’attività ancora quelle connotazioni di relazione interpersonale
delle Associazioni (per gli Aspiranti e gli Scout) e poi e di cura della socializzazione che avrebbero caratte-
il catechismo guidato dai chierici del Seminario aperto rizzato l’esperienza ecclesiale e civile a partire dagli
per tutti i ragazzi e che veniva tenuto nelle aule che, anni ’70.
per lunghi anni, sarebbero state aule del Liceo. Questo Oratorio è stato certamente uno dei luoghi
Naturalmente lo scenario generale era quello delle principali della mia formazione, per cinque anni, fino
sale con i bigliardini, i tavoli da ping pong, il bar e, in al mio ingresso in Seminario all’inizio del Liceo. Ho
un certo periodo, il Juke box. C’erano anche il campo avuto molte volte l’occasione di paragonare l’espe-
di calcio, il cortile (che i più colti contemporanei avreb- rienza fatta all’Oratorio anche confrontandola con i
bero identificato con il Chiostro), le sedi associative racconti di molti altri compagni di studi, soprattutto
con gli angoli dei gruppi o delle squadriglie realizzate nel decennio della mia formazione romana. Posso pro-
dai ragazzi stessi. Era veramente un mondo vario e prio dire che non ho mai trovato testimonianze di espe-
compatto che accoglieva il ragazzo per fargli vivere la rienze più strutturate e più umanisticamente piene. Qual
Domenica come un giorno specialissimo e, dentro la era il segreto di don Nino, il suo tocco personale, il
Domenica, diventava naturale l’incontro con il Signo- suo carisma ecclesiale? Penso bastino poche parole:
re e una certa attenzione alla sua Parola ed al suo fantasia, visione “umanizzata” del Cristianesimo, se-
Vangelo. rietà nel rapportarsi personalmente al ragazzo, decisio-
C’erano anche le gite, le gare, le premiazioni, il ne nel chiedergli collaborazione e nel pretendere re-
Grest, il Carnevale, le Quaresime, ma era soprattutto sponsabilità. Era sempre chiara una doppia esigenza:
sognare in grande senza paura e avere chiarezza della
necessità di impegnarsi per una formazione personale
certo non automatica.
Cesare Regispani (ora diacono) e Gildo Manicardi
premiati all’Oratorio nel 1957
Mons. Gildo Manicardi oggi.

