Page 12 - don nino 70 ordinazione
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Era domenica, giorno di festa. Dopo le funzioni in uso
allora in ogni parrocchia, che si concludevano con una
solenne benedizione eucaristica, il parroco soleva fare una
passeggiata sull’argine di un grande corso d’acqua, un
centinaio di metri dalla chiesa, accompagnato da qualche
chierichetto che curava con amabile paternità. Quel giorno
c’era soltanto lui: il piccolo “perché” ad accompagnare il
parroco. Dopo ore di caldo torrido, al tramonto spirava
una brezza leggera che faceva bene. Il cielo era terso ma
all’orizzonte alcune grandi nuvole sembravano salutare il
sole in una festa di luci e di colori indescrivibili. Anche
nella monotonia delle distese vallive, per chi ha occhi
per vedere, la contemplazione della natura si fa estatica.
E lo sguardo affonda nei lontani orizzonti dove la terra
sembra baciare il cielo.
Il bambino e don Paolo, assorti nei loro pensieri,
camminavano in silenzio accompagnati dal gracidare delle
rane e dal crì-crì dei grilli nascosti nell’erba. Musiche
strane, melodie ripetitive della natura ma capaci di far
vibrare le corde dell’anima. A rompere il silenzio è lui,
il chierichetto: “Don Paolo, perché ti sei fatto prete?”.
Il sacerdote sorpreso risponde con un grande sorriso. E
poi parla, quasi balbetta le parole che gli vengono dal
cuore: “E’ bello, molto bello fare il prete…si vive più a
contatto con Gesù. Si incontra gente che ha bisogno di
aiuto e di conforto. Si condivide la festa per un bimbo
che nasce…E’ bello, è bello… Anche quando si è vicini
a chi soffre, confortare, perdonare…come Gesù ha fatto
per tutta la sua vita”.
Il bambino ascoltava in silenzio. Anche don Paolo taceva.
A rompere il silenzio ci pensò proprio il chierichetto, il
piccolo “Perché”: “Don Paolo anche a me piacerebbe fare
il prete”.
Intanto all’orizzonte tra le nuvole dorate il sole era
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