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Ricordo del 70° di sacerdozio
prima della Messa Crismale 2015
Pensando al ministero di don Nino Levratti, viene spontaneo
il rimando immediato allo scautismo. Prima a Mirandola
e poi a Carpi, generazioni di giovani hanno infatti trovato
in lui un punto di riferimento educativo. Legami di stima
e di affetto che si sono mantenuti immutati nel tempo,
tanto che don Levratti viene chiamato spesso a battezzare
“i figli dei figli” dei suoi ragazzi, ormai divenuti genitori e
nonni. In condizioni di buona autonomia, il suo tempo è
intessuto di preghiera - continua a celebrare la Messa alla
Sagra - unita allo studio e alle faccende domestiche. “Ciò
che apprezzo maggiormente da quando sono ‘pensionato’
- afferma don Levratti - è il poter fermarmi a pregare
più a lungo e con più attenzione. E’ la gioia di entrare in
una comunione più profonda con il Signore, liberi dagli
impegni quotidiani del servizio attivo”. Una preghiera,
colma di commozione, che don Levratti eleva a Dio anche
mentre riguarda i filmati che lui stesso ha realizzato,
assecondando una passione innata, e che costituiscono
una preziosa documentazione sullo scautismo locale.
“Nel rivedere tanti volti e tante attività - sottolinea -
ringrazio il Signore per avermi permesso di dedicarmi
all’educazione attraverso il metodo scout, vivendo
avventure indimenticabili all’oratorio Eden ma anche nei
campi a contatto con la bellezza del creato”. Certo, non
sempre è stato facile, perché, osserva, “dall’inizio del mio
ministero ogni dieci anni ho dovuto, per così dire, cambiare
anima nel cercare di comprendere come pensavano i
ragazzi in quel momento, quali le loro problematiche, le
famiglie, la scuola, la vita sociale. Inoltre, ho attraversato
anche momenti di sofferenza nel constatare che alcuni
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