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Quando nell’immediato dopoguerra mi riferivo
al “generale smarrimento delle coscienze” parlavo di
una condizione di cui tutti erano consapevoli. Oggi
possiamo avvertire lo stesso smarrimento perché gli
smarrimenti della coscienza fanno parte della nostra vita
e della storia dell’uomo. Come nell’esperienza biblica,
l’uomo è sempre invitato a ricercare la giusta strada per
ritrovare il senso della vita. Il mio servizio sacerdotale
è incominciato nel momento in cui, anche nella Chiesa,
questa ricerca s’era fatta impellente. Il Concilio Vaticano
II è stato un segno forte di questa ricerca. Nei primi anni
di ministero ho seguito gli orientamenti della tradizione,
senza disattendere tentativi di cambiamento e le attese
delle nuove generazioni. Chiamato a dirigere il nuovo
Oratorio Cittadino a Carpi ho continuato la mia ricerca
per rispondere adeguatamente al progetto di un centro
educativo di proporzioni impegnative. Mi sono ispirato
al mio naturale istinto, alla mia educazione improntata
alla ricerca costante della bellezza, nella convinzione che
la crescita della persona si realizza nell’atmosfera che si
vive, secondo l’aria che si respira. Con la collaborazione
appassionata della stessa popolazione oratoriana, fu
parzialmente migliorata l’accoglienza degli spazi aperti
circondati da palazzi vetusti e deturpati nel corso dei
secoli, intervenendo come era possibile, sulle strutture,
seminando fiori e mettendo a dimora file di piante
(aceri, tigli, pioppi) nel paziente tentativo di trasformare
il deserto in giardino. Un secondo tempo, più lungo ed
impegnativo, fu dedicato a creare un ambiente pregnante
di valori. Una catechesi aggiornata nei contenuti e nei
metodi, rivolta a centinaia di ragazzi; la promozione di
associazioni e movimenti; la costruzione di un cinema-
teatro con servizi e tecniche aggiornate, la cappella per
gli incontri dello spirito e continue proposte culturali,
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