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Santo Natale 2011 a Gavello


             (…) Se la nascita di Gesù è sempre una festa speciale,
             e come tale va vissuta, il Natale 2011 per la piccola
             comunità di Gavello ha avuto un protagonista in più,
             don Nino Levratti che ha festeggiato nella sua parrocchia
             d’origine il novantesimo Natale. “Ringrazio don Fabio,
             per aver acconsentito a questo mio desiderio di celebrare
             la messa della notte di Natale qui dove sono nato e
             cresciuto e dove è maturata la mia vocazione sacerdotale.
             So quanto sia importante per un parroco presiedere
             questa solenne liturgia e sono doppiamente riconoscente
             per questa sua attenzione” . Così ha esordito don Nino
             prima di accogliere la santa famiglia che insieme ai
             pastori, ha deposto un vero Gesù Bambino quasi sul
             trono a dominare un’assemblea assai numerosa che
             riempiva tutte le navate della chiesa. Per essere vicini
             a don Nino in questa ricorrenza anche alcuni amici da
             Mirandola e da Carpi, tra i presenti alla liturgia natalizia
             anche il sindaco di Mirandola Maino Benatti. La chiesa
             che conobbe don Nino ancora fanciullo, era ancora in fase
             di edificazione, aveva il pavimento di terra, non c’erano
             i banchi ma sedie che si collocavano all’occorrenza,
             nemmeno l’altare era completato e il parroco di allora
             don Paolo Righini si era prodigato per realizzarlo secondo
             un modello “a guglie” già visto in una chiesa di Bologna,
             che il vescovo Pranzini aveva definito “bizzarro”. I ricordi
             di don Nino sono nitidi anche se oggi a Gavello sono
             rimasti pochi conoscenti: “Un tempo qui c’era tutto, ogni
             tipo di attività: il forno, il caseificio, il fabbro; al negozio
             della mia famiglia venivano anche dal mantovano, poi
             le cose sono cambiate e il paese si è un po’ spopolato”.
             Ciò non toglie che anche nelle piccole comunità possano




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