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Nella vita di oggi 201
Bosco. La gigantografia di San Domenico Savio, che
si trovava allora posta proprio all’ingresso dell’Orato-
rio, conferma questo assunto. Chissà se...
Il cinema rappresentò un elemento d’animazione
formidabile. Il rinnovo dell’Eden, l’estrema cura nella si ricordano
scelta dei film, offrirono a tanti ragazzi la possibilità
di trascorrere insieme la domenica pomeriggio, davan-
ti ad uno schermo che proiettava i migliori film di di Carlo Alberto Medici
Walt Disney. La proiezione era gratuita se sulla tua
tessera oratoriana, che recava ancora l’immagine di
San Domenico Savio, risultavano perforate sia la ca-
sella della partecipazione al catechismo settimanale sia
quella della messa domenicale. Un apposito incarica-
to, davanti all’acquasantiera del Duomo, era preposto
ogni domenica all’obliterazione delle tessere. Qualco-
sa di simile fece anche don Zeno a S.Giacomo Roncole “Il Careser è un campo di patate”
nel dopoguerra, quando predicava tra il primo ed il
secondo tempo del film! Chissà se Alberto, Paolo, Giovanni, Emanuele, Cri-
Un altro elemento d’animazione era costituito dalle stiana (solo per citare alcuni dei partecipanti a quel-
gite. Ricordo ancora splendide giornate nelle più belle l’indimenticabile avventura) si ricordano ancora quei
città italiane insieme ai miei compagni di catechismo giorni, oltre 25 anni fa, nell’alta Val di Pejo quando ci
e a tante mamme o nonne che venivano trascinate da accingevamo ad affrontare la Vedretta del Careser sul
noi, da un banco all’altro, per comprare un souvenir, massiccio del Cevedale?
e giuravano, ma senza profonda convinzione, che quella Era infatti il 26 agosto del 1981 quando il Novizia-
era l’ultima volta che venivano in gita con l’Oratorio. to del Carpi 1, durante la route estiva, partì all’alba dal
Qualche giorno fa, entrando nella Casa della Divi- Rifugio Larcher a quota 2500 metri per raggiungere,
na Provvidenza in Carpi, ho notato di scorcio un grup- nell’alta Val di Rabbi, il Rifugio Dorigoni, con arrivo
po di bambini seduti nei banchi all’interno della Cap- previsto nel primo pomeriggio. Almeno questi erano i
pella della casa. Mi ha colpito il fatto, così raro oggi, programmi che io, Stefania e don Nino, alla sua ultima
che fossero silenziosissimi, e soprattutto immobili, esperienza di “strada” nello scautismo, avevamo fatto
quasi incantati. Incuriosito mi sono avvicinato con per fare vivere ai nostri ragazzi una esperienza forte
passo felpato alla Cappella e, quando la visione fu a contatto con la natura più incontaminata.
completa, ho visto don Nino di spalle che stava par- Ma, come nella vita di tutti i giorni, alcuni impre-
lando ai bambini. Quella straordinaria capacità di rac- visti erano già in agguato. Dapprima l’aver perso il
contare il Vangelo ai fanciulli che, quarant’anni fa, fu sentiero più comodo per arrivare sul ghiacciaio ad uno
per me e per tanti altri così importante, e della quale dei primi bivi sul sentiero, poi la fatica di un’arrampi-
mi sento tuttora debitore, si è conservata immutata nel cata in certi punti davvero improba aiutando quelli di
sacerdote ottantenne. noi più stanchi e pesanti, ed ancora, l’arrivo
Sono attualizzate le parole del salmista “Nella vec- sull’agognato ghiacciaio ad un’ora troppo avanzata,
chiaia daranno ancora frutti” (Sl. 91,15). quando ormai il sole era già alto e il ghiaccio sotto i
nostri piedi si scioglieva troppo rapidamente ad ogni
passo, raddoppiando così la fatica del cammino. Ed
infine, al termine della lunga traversata sul ghiaccio, il
non ritrovare più i segni bianchi e rossi del sentiero,
ma solo ripidi pendii rocciosi e pericolosi tratti ghiac-
ciati verso la discesa.
Ci furono attimi d’imbarazzo e di scoramento, ma
paura vera, forse mai. Certo ci venivano in mente con
un po’ di rabbia le parole della guida alpina che ave-

