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                   vamo contattato il giorno precedente per accompagnarci  neve e la roccia, proprio in un punto che, sono certo,
                   nella nostra escursione e che invece aveva risposto     avevamo già perlustrato diverse volte in quelle ore.
                   che per quel sentiero non ci sarebbe stato bisogno di   Forse senza la dovuta attenzione.
                   alcuna guida perchè “il Careser è un campo di patate”.     E allora con molta fatica e con molta precauzione
                     Dopo diversi tentativi alla ricerca di un modo per    ci incamminammo per il sentiero che nel primo tratto
                   scendere da quella brutta situazione (ci si trovava a   era completamente ghiacciato, tanto che qualcuno di
                   circa 3.200 metri di altitudine), già si pensava al fred-  noi rotolò anche giù per qualche metro, per fortuna
                   do che sarebbe arrivato di lì a poco, quando il  sole   senza troppe conseguenze.
                   che ci aveva accompagnato durante il cammino se ne         Il più era fatto. Solo una lunga camminata sul sen-
                   fosse andato.                                           tiero sempre più marcato ed accessibile ci divideva dal
                     Autorizzati dai Capi, alcuni ragazzi, tra i più atle-  rifugio, arrivati al quale ci ritrovammo tutti insieme,
                   tici del gruppo, furono lasciati liberi di scendere a valle,  anche con coloro che erano scesi dall’altro lato e che
                   inventandosi letteralmente la via, lungo un difficile   ci avevamo preceduto di poco.
                   crinale scosceso per raggiungere il rifugio Dorigoni e     Al Dorigoni arrivammo nel tardo pomeriggio. Era
                   da lì, se non avessero visti arrivare gli altri del novi-  una piccola costruzione di muro e legno con una par-
                   ziato in breve tempo, avvertire qualcuno (forse anche   ticolarità: già occupato in ogni suo posto da altri escur-
                   lo stesso Soccorso Alpino) per raggiungerci.            sionisti ed alpinisti giunti prima di noi.
                     E così in questa situazione qualcuno di noi pensò        E così ci dovemmo adattare a dormire: chi per ter-
                   anche bene di affidarci al Signore in una preghiera che  ra, chi sulle panche, chi sui tavoli, chi accanto alla
                   poteva assomigliare, visto lo stato delle cose, ad una  stufa in cucina. Ma non faceva alcuna importanza: dopo
                   vera e propria e supplica.                              quella avventura, quella minuscola costruzione di le-
                     Però, da lì a poco, proprio don Nino, colui che tra   gno ci sembrava proprio una reggia e il clima del
                   tutti noi aveva certamente la più grande esperienza di  gruppo fu subito quello giusto.
                   alta montagna, intravide poco distante dal posto della
                   nostra sosta forzata, una traccia rossa, nascosta tra la
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