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200 Nella vita di oggi
prediche che teneva in Duomo alla messa domenicale
dei bambini erano seguite con costante attenzione. Si
L’omelia e la realizzava così un’autentica edificazione teologica dei
fanciulli. I più bravi venivano anche pubblicamente
macelleria di Gisto premiati quando mostravano di aver studiato e capito
bene gli impegnativi pronunciamenti del catechismo
di Pio X. Credo di conservare ancora qualche meda-
di Roberto Cigarini glia d’oro, ma non raggiunsi mai il traguardo del pre-
mio annuale conferito al miglior ragazzo dell’oratorio.
In uno di quegli anni il premio fu, meritatamente,
conferito a Brunetto Salvarani.
Il mio primo impatto con l’Oratorio avvenne dun-
que, senza ombra di dubbio, attraverso la carismatica
figura del sacerdote. Ma mi accorsi presto che accanto
Nei primi anni ’60 frequentavo la scuola elementa- a lui operava anche un laicato intelligente e generoso.
re. Il mio educatore laico fu Fulvio Ferrarini. Stava in
In quegli anni “Andare alla dottrina” era ancora mezzo a noi con uno stile costantemente sereno. Non
sentito come un dovere pari a quello scolastico. I miei l’abbiamo mai visto arrabbiato.
genitori mi iscrissero puntualmente al catechismo non Forse anche per questo – non solo per il boom
appena raggiunsi l’età di sette anni. “I disen c’l’è tant demografico degli anni ’60 – l’Oratorio pullulava di
brev cal pritein lè”, aveva sentito dire mia nonna. Fin bambini e ragazzi ogni giorno della settimana. Si po-
dalle prime lezioni mi accorsi che la fama di don Nino teva giocare in questi ampi spazi in un clima di ami-
aveva fondamento. Si restava incantati dal suo stile cizia. Si sapeva che, se stavi in quei luoghi, eri chia-
narrativo e ci si sbellicava dalle risa, su quei banchi mato ad impegnarti per essere, come si diceva allora,
dickensiani, alle esemplificazioni messe in pista per un bravo ragazzo.
spiegare che “la resurrezione della carne” non aveva Non è difficile individuare oggi, in quella esperien-
nulla a che fare con la macelleria di Gisto. Anche le za, un tentativo di imitare l’opera e lo stile di un don
Al centro:
Roberto Cigarini

