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204 Nella vita di oggi
Enrico Bellentani, Carlo Alberto Medici
e don Nino sul Careser.
Si consultano le carte per ritrovare il sentiero
proprio leggerissimi, da una calura quasi insopportabi- un po’. Ci erano venuti incontro per aiutare quelli di
le e dalla assoluta carenza di acqua lungo il cammino, noi ancora in difficoltà con un po’ d’acqua e soprattut-
elemento noto a tutti già dalla partenza, ma che no- to raccogliendo gli zaini di chi non ce la faceva pro-
nostante le scorte che ciascuno di noi aveva fatto, non prio più.
ci impedì comunque di patire una gran sete. Soprattut- Da lì a poco saremmo stati tutti insieme sui tavolacci
to perché, siccome non tutti erano così allenati alla del rifugio Telegrafo a gustarci qualcosa di fresco come
fatica prolungata, le quattro ore di cammino previste, giusta ricompensa per il traguardo raggiunto, compre-
si tramutarono in quasi otto. so un esausto don Massimo sorpreso anche lui a tran-
Fu in quella occasione che, per agevolare il cammi- gugiare, con lo sguardo quasi fisso nel vuoto, un boc-
no delle “tre Grazie” (così erano affettuosamente no- cale di birra gelido, sanissimo per quella occasione
minate le tre ragazze del Noviziato), fu inventato il dopo la grande faticata.
cosiddetto “passo formica”, che altro non era che com-
piere microscopici passi, uno dopo l’altro, scanditi con
assoluta precisione dal sottoscritto per evitare soste Undici scout sulla Luna
continue e prolungate lungo la salita che avrebbero
certamente pregiudicato l’arrivo al rifugio in tempo Ho voluto raccontare tre episodi della mia vita scout,
utile. tra i tanti che avrei potuto citare, uno dai primi anni di
E fu in quella stessa occasione che, ad alcuni tor- vita in Associazione, uno quando già avevo assunto
nanti dalla meta, quando ormai il rifugio sembrava responsabilità di educatore dopo aver terminato la
vicino, ma, come spesso accade, non arriva mai, chi formazione come Capo, ed uno ancora, degli ultimi
più era in difficoltà salutò come una vera e propria anni, quando ho ripreso con entusiasmo a fare servi-
liberazione l’arrivo di “due stambecchi”, i nostri Enri- zio, richiamato per dare un contributo al Carpi 1,
co e Paolo, che zampettavano giù per il sentiero, senza dopo una pausa di qualche anno dall’impegno attivo.
più zaino, già appoggiato al rifugio raggiunto ormai da Tutti e tre, seppure in modo diverso, mi pare pos-

