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I fatti e gli eventi                                                                                       83


          vestire a tutti i partecipanti le medesime maglie, in    accedere alla kermesse nazionale; ove tutte le vincen-
          uno spirito di uguaglianza e sobrietà ma anche di        ti, regione per regione, potevano contendersi l’ambito
          azzeccata immagine .                                     trofeo “Scarabocchio” in un’unica sede. La manifesta-
                                                                   zione si svolgeva nell’arco di una settimana. In realtà
             Il risultato fu che l’iniziativa trovò subito un largo  il vero scopo era senza dubbio quello di utilizzare la
          consenso. Coadiuvata per la parte arbitrale dal CSI      leva immaginifica di un traguardo selettivo delle finali
          (Centro Sportivo Italiano) ed affidata in pratica ad un  nazionali, come un sogno al quale tendere. Col  risul-
          volontariato semplice e privo di grosse incombenze       tato pratico però di poter rimettere in moto l’attività
          organizzative, che non fossero quelle di reclutare un    sportiva negli oratori. Fino alla fine degli anni ottanta
          numero sufficiente di ragazzini, prese subito piede con  la squadra dell’oratorio cittadino (ne furono iscritte a
          inopinato successo e fin dai primi tempi i tornei coin-  volte anche due)   riusciva a superare quasi sempre la
          volsero diverse realtà parrocchiali della città e dei    fase locale, sempre però arenandosi nelle impegnative
          dintorni.                                                eliminatorie provinciali o interprovinciali.  Nei primi
                                                                   anni novanta con l’arrivo dell’entusiasmo coinvolgen-
                                                                   te di Lino Colliva e del gruppo di ragazzi, composto
                                                                   da diversi lupetti del branco del Carpi Primo, tra i
                                                                   quali il figlio Marcello, avvenne qualcosa di inimma-
                                                                   ginabile fino a poco tempo prima.  La squadra acqui-
                                                                   stò coesione, sicurezza nei propri mezzi, convinzione
                                                                   e  personalità. Attraverso una serie di partite memora-
                                                                   bili, vinse dapprima la fase locale organizzata a otto
                                                                   squadre nel campo dell’Eden durante un’avvincente
                                                                   sfida finale con la squadra di Quarantoli. Quindi potè
                                                                   disputare la fase provinciale col Campogalliano, e in
                                                                   seguito a quest’ultima affermazione, ebbe accesso alle
                                                                   eliminatorie  interprovinciali a Piacenza, che si aggiu-
                                                                   dicò grazie ai calci di rigore.   A questo punto, con
                                                                   l’entusiasmo a mille, si spalancò la possibilità di con-
                                                                   quistarsi l’accesso alle finali nazionali a Matera, pro-
                                                                   prio nella fase regionale che ebbe luogo a Faenza.
                                                                   Obiettivo che fu brillantemente centrato.


                                                                   Finali Nazionali a Matera


                                                                      La fase preparatoria delle finali nazionali dovette
             All’oratorio cittadino fu ben presto dato incarico di  per forza coabitare con l’esame di quinta elementare.
          organizzare gli incontri eliminatori zonali. Si trattava  Si cercò così di organizzare un paio di amichevoli con
          quasi sempre di allestire dei mini tornei con partite in  avversari di un certo livello ma non si poterono fare
          contemporanea sulle due metà campo. Curarono gli         più di tanto allenamenti specifici.  Tuttavia il morale
          aspetti organizzativi: Glauco Soresina (allora presidente  era alle stelle. C’era la consapevolezza che comunque
          dell’Unione Sportiva Carpine), Giovanni Marino, Ste-     fosse stata l’esperienza, si sarebbe trattato di un even-
          fano Discosti e successivamente, agli inizi degli anni   to personale irripetibile.  A Matera ci accolse un’orga-
          Novanta, si unirono Lino Colliva e  Alessandro           nizzazione ben registrata ed una atmosfera di festa,
          Gibertoni.                                               com’era giusto che fosse.  I ragazzi alloggiavano in
                                                                   una struttura vicina allo stadio comunale, sede delle
             La formula del torneo, pensata a livello nazionale,   partite, in modo che da qualsiasi parte d’Italia prove-
          prevedeva che attraverso successive fasi eliminatorie,   nissero, fosse reso possibile il socializzare tra loro. I
          locali, zonali, provinciali, si progredisse fino alla vera  dirigenti, gli allenatori e don Nino assieme alla tifoseria
          e propria possibilità, affermandosi alle regionali, di   “parentale”, un nutritissimo nucleo di genitori che per
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