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I fatti e gli eventi 87
Conclusioni
Restano frammenti anche dopo tanti anni di questa Le “Olimpiadi Vitt”
esperienza. Almeno per me. Certamente nella forma-
zione dei ragazzi che avranno tratto più di un insegna- e il mitico Craveri
mento. Piccole cose. Riaffiorano magari quando uno
meno se l’aspetta. Capita di incontrare in centro ca-
sualmente qualcuno di loro, ora diventato uomo. Se
riconosco in lui il figlio di quel bambino, lo saluto col
sorriso di chi è consapevole di aver potuto condividere
con lui qualcosa di grande. Poi proseguo chiedendomi Negli anni ’50, quando l’oratorio cittadino aprì le
tante cose: circa tutte le attese. Le speranze a volte porte ai ragazzi della città di Carpi, era ancora in
realizzate. A volte misteriosamente assopite. Eppure edicola “Il Vittorioso”, un settimanale per ragazzi nato
noi che l’abbiamo vissuta questa esperienza, sappiamo per iniziativa dell’Azione Cattolica al fine di offrire
che molto di ciò che riteniamo impossibile è una pura un prodotto divertente ma insieme pregnante di valo-
ri educativi. Uno dei collaboratori del settimanale fu
il “mitico” Craveri, notissimo nel mondo fumettistico,
creatore di una serie innumerevole di personaggi e di
storie tra le più prestigiose nell’editoria per i ragazzi.
Nacquero in quegli anni le Olimpiadi Vitt. Fu il
primo approccio in molti oratori con l’attività sporti-
va. Tutte le discipline sportive – in miniatura – erano
programmate a scopo ricreativo con gare, arbitri,
medaglie come se si trattasse di un’olimpiade vera.
Ed era “Il Vittorioso” a farne pubblicità, con il
magico pennello di Craveri.
opinione. Avessimo la possibilità di ritrovare anche
solo quell’infinitesimo granellino di fiducia nei nostri
mezzi e di convinzione in più, proprio quel quid in più
che ci ha fatto arrivare alle finali rispetto agli avver-
sari; sono convinto che anche oggi sarebbe un bene di
un valore inestimabile. Utile per quello che rimane
della nostra vita. Per il nostro bisogno incessante, con-
sapevole o meno, di cercare di realizzare senza sosta,
lo scopo stesso per il quale siamo stati chiamati ad
esistere.
“Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore;
non è mica da questi particolari che si giudica un gio-
catore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altrui-
smo, dalla fantasia.”

