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                                                                                           Il gioco


                                                                                Il primo grande educatore





                                                                              “Il gioco rappresenta per i ragazzi la massima aspi-
                                                                           razione per la loro vita. Direi addirittura l’unica cosa
                                                                           seria che possono fare, in quanto è in grado di soddi-
                                                                           sfare le loro più intime esigenze, i loro più urgenti
                                                                           bisogni: dal desiderio di muoversi e di agire a quello
                                                                           di mettersi alla prova con i loro coetanei, dall’istinto
                                                                           combattivo all’incontenibile bisogno di rumore e di
                                                                           schiamazzo.” (P.Bertolini)

                                                                              Ma la funzione del gioco all’oratorio non si riduce
                                                                           solo alla sua capacità di attuare e soddisfare i ragazzi,
                                                                           ma la sua importanza è data soprattutto dalla sua atti-
                                                                           tudine ad educare; il gioco infatti lo possiamo consi-
                                                                           derare “il primo grande educatore”.
                                                                              Non bisogna comunque lasciarsi sfuggire mai il
                                                                           valore pedagogico, non bisogna considerare il gioco
                                                                           educativo di per sé, se non è guidato e finalizzato; se
                                                                           si riduce esclusivamente al divertimento e al passa-
                                                                           tempo può perdere molto del suo valore educativo.

                                                                              Può capitare andando in giro per le comunità par-
                                                                           rocchiali di incontrare qualche educatore che consideri
                                                                           il gioco come momento di sollievo o di distensione e
                                                                           dove la preoccupazione prima per la formazione dei
                                                                           ragazzi e delle ragazze è una catechesi seria e quali-
                                                                           ficata. La scelta è rispettabile ma discutibile. Il cardinal
                                                                           Martini, parlando degli oratori, ricordava che don Bosco
                                                                           non voleva che i ragazzi si avvicinassero a Dio come
                                                                           tanti soldatini o come tanti chierichetti, ma come ra-
                                                                           gazzi che corrono, che cantano, che giocano, che si
                                                                           divertono e si è in mezzo a loro unendo il cortile del
                                                                           gioco alla chiesa della preghiera. Don Bosco, da gran-
                                                                           de educatore qual era, ha dato al gioco una importanza
                                                                           essenziale: lo ha in qualche modo “consacrato”.

                                                                              Queste premesse sono sembrate indispensabili per
                                                                           presentare giochi per lo più di squadra proposti e re-
                                                                           alizzati per i ragazzi secondo i programmi e i progetti
                                                                           educativi. Anche i cosiddetti “campi gioco estivi” che
                                                                           continuano ad essere organizzati ogni estate all’orato-
                                                                           rio sono occasioni privilegiate per proporre giochi ed
                   I due “Galli” come arbitri!
                                                                           attività finalizzati alla ricerca di valori.
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