Page 23 - TESINA ESAME TERZA MEDIA - DEGL'INNOCENTI FRANCESCO IIIA
P. 23

UN MARE DI RIFIUTI




















                            INQUINAMENTO MARINO DA PLASTICA




          La  plastica  ha  cambiato  il  mondo,  la  sua  indistruttibilità,  economicità  e  leggerezza  ne

          hanno favorito l’ampio uso ma una cattiva gestione, specie nella fase finale della sua vita,
          sta devastando  il  pianeta  e mettendo  in  crisi  i  suoi  fragili  ecosistemi,  primi  fra  tutti
          quelli marini, con conseguenze dirette anche sull’alimentazione umana.


          Ogni  anno  circa  8 milioni di tonnellate  di  plastica  finiscono  in  mare,  causando  l’85%
          dell’inquinamento marino. Negli ultimi 70 anni la produzione di plastica  nel mondo è
          aumentata di ben 200 volte (dai 2 milioni di tonnellate del 1950 ai 400 dei giorni nostri)  e

          le  stime  recenti  riportano  come  oggi  siano  presenti  oltre  150  milioni  di  tonnellate  di
          plastica  negli  oceani  e  indicano  che  se  non  ci  sarà  un’inversione  di  rotta  nel  2050  gli
          oceani potrebbero contenere più plastica che pesci in termini di peso.


          La plastica rappresenta la quasi totalità (dal 60 al 90%) dei rifiuti rinvenuti nei mari del
          mondo. L’80% di tutta questa plastica proviene dalla terraferma, il 20% da fonti marine
          (come pesca, acquacoltura e trasporto navale). Poiché la maggior parte delle plastiche

          non si biodegrada in alcun modo, tutta quella dispersa in natura vi resterà per centinaia o
          migliaia di anni. Usata in media per 4 anni, ma spesso una volta sola, la plastica rimane a

          “soggiornare” in mare per periodi che vanno dai 5 anni per un filtro delle sigarette, 20
          anni per una busta, 50 anni per un bicchiere e fino 600 anni per un filo da pesca. Se a
          destare più clamore sono le macroplastiche, rifiuti di maggiori dimensioni provenienti da

          oggetti comuni e quasi tutti monouso con un tempo di utilizzo brevissimo, come piatti e
          bicchieri  usa  e  getta,  sacchetti,  filtri  delle  sigarette,  palloncini,  bottiglie,  tappi,  o

          cannucce,  imballaggi  e  involucri  dei  prodotti,  sono  soprattutto  le  microplastiche,
          frammenti inferiori ai 5 millimetri, ad avere gli impatti maggiori sulla vita marina.


          Alcune  microplastiche  si  formano  direttamente  in  mare,  in  seguito  all’erosione  di
          plastiche più grandi per effetto del vento e del moto ondoso e della contemporanea foto

          degradazione  delle  stesse  per  opera  della  luce  ultravioletta  del  sole,  che  scompone  i
          frammenti plastici in sottili filamenti che formano una specie di alone galleggiante. Altre

          sono  prodotte  dall’industria,  come  i  pellet  (granuli  di  plastica  trasportati,  fusi  e
   18   19   20   21   22   23   24   25   26   27   28