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174 Nel dono di un servizio
Vengo nel bosco ad ascoltare le vostre voci
Il momento più duro è la sera. Camminando lungo
i gradini della caserma e guardando il cielo qui sempre
magnificamente stellato… vengo tante volte in mezzo
al bosco ad ascoltare le voci e i canti dei miei ragazzi
uniti accanto al fuoco a dire assieme l’ultima preghie-
ra al Signore.
Questa notte ci sarà il grande gioco e mi piace ri-
costruirlo tra me e me per assaporare l’interrogativo,
il mistero e il silenzio di una notte che è sempre stata
tra le più belle, passate insieme sotto l’arco di un ponte,
rannicchiato sotto un telo al battere della pioggia…
Ho sentito anche delle difficoltà che si sono affron-
tate in questi 17 giorni e dell’impegno nel contempo
adoperato da tutta la squadriglia, ma è la coscienza di
aver fatto in questi giorni vissuti insieme del proprio
meglio ad offrire già di per sé la ricompensa migliore.
Tino, tenente a Maddaloni
Dare uno scopo più alto a ciò che facciamo
Dolci ricordi ritornano...
Passati i primi giorni, non senza un certo entusia-
smo per la novità di tutte le cose, la vita in caserma si
svolge sempre più monotona e uguale dal mattino alla
sera.
Se non diamo uno scopo più alto a ciò che faccia-
mo… se dei nostri sacrifici, delle nostre rinunce, delle
nostre speranze non sappiamo farne una degna offerta
al Signore… la vita militare sarebbe così triste e po-
vera che parrebbe una pena da scontare.
I ragazzi sono diventati una parte di noi stessi
Il ritorno dalla licenza è stato più duro di quanto
avessi pensato. Il rientro in caserma doveva farmi di-
menticare le belle giornate trascorse a casa per richia-
marmi bruscamente ad una disciplina cui non era fa-
cile abituarsi.
Qui comprendo tutto il valore del nostro stare insie-
me, del nostro lavoro educativo. Quando, senza che ci
siano altre spinte, riusciamo a raccogliere dai nostri
ragazzi quella stima e quell’amore che semplicemente
ci rivolgono solo perché li comprendiamo e diamo
loro fiducia.
Quando questo è il frutto di un lavoro che abbiamo
condotto tante volte, senza voler insegnare, ma nel-
l’unica convinzione che era giusto fare così, quando

