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Nel dono di un servizio                                                                                   173


          TINO BERTANI
          Maddaloni, 1965


             Una notte di guardia


             Lunedì sono stato di guardia quasi tutta la notte.
             Dopo essermi assorbito tutti i commenti e i malu-
          mori di coloro che mi avevano preceduto, non potevo
          farmi tante illusioni. Al contrario, quella di ieri è stata
          per me una serata straordinaria.
             Il silenzio era rotto solo dallo strisciare dei miei
          passi sulla ghiaia di uno stretto sentiero aperto sotto il
          muro di cinta.
             Dal cannone alla garitta dovevano essere circa du-
          ecento metri e dovevo attraversarli piano piano facen-
          do attenzione ai rumori, pronto ad urlare il “chi va là”
          ad ogni piede spinto oltre la linea di “riconoscimento”.
             Se non fosse stato per l’elmetto che mi aveva
          arrossato tutta la fronte e che mi faceva tanto male,
          così calato all’altezza delle tempie, non potevo sentir-
          mi diverso da quando mi scaldava la gioia di una veglia
          attorno al fuoco.
             Davanti al braciere di quel fuoco, che al vento del
          bosco tirava gli ultimi respiri, si chiudeva in preghiera
          un altro giorno, accumulato con gli altri nell’acquisto  Tino il giorno della Promessa
          della nostra più giovanile esperienza.
             Davanti a me non c’era nessuno, alle spalle nessu-
          no. Ero completamente solo, fermo un poco a riflette-    senza una certa soddisfazione sentita specialmente là
          re sopra i miei problemi aspettando che spuntasse il     dove sia riposto un impegno totale e responsabile.
          sole, per salutare l’issa bandiera del nuovo giorno.        La nota più stonata è la superficialità del compor-
             Nella solitudine mi tornava una preghiera.            tamento morale a cominciare dagli ultimi soldati e per
             “Aiutami, o Signore, a portare agli altri la tua      finire al primo ufficiale… ed è triste considerare che
          amabilità e la tua cordialità. Togli dal mio linguaggio,  qui il più ignorante è diplomato.
          dal mio viso, dal mio stile di vita tutto ciò che è sco-
          stante… Fa’ che la tentazione di sentirmi migliore degli
          altri non mi tradisca.                                      Al campo con voi… vicinissimo
             Insegnami a gettare verso i lontani ponti di amici-
          zia e di simpatia, a conquistare la loro fiducia… e         Ho ricevuto oggi, insieme, due lettere dal campo
          sulla fiducia possa piantare l’amore e la passione per   estivo.
          Te.”                                                        Nonostante il ritmo pesante delle esercitazioni mi-
                                                                   litari, vivo costantemente con il pensiero fra voi a
                                                                   Campestrin dove avete da qualche giorno piantato il
             Un impegno totale e responsabile                      campo.
                                                                      La mattina, quando ho sulle gambe già due ore di
             Mi trovo bene. La vita militare non è così pesante    marcia, alle otto circa pensavo alla Messa, a voi tutti
          come me l’avevano descritta alla partenza. Non so se     raccolti attorno all’altare e mi consola unirmi a voi
          Maddaloni sia un luogo particolare o se sia io prepa-    tutti con la mia offerta, il mio sudore, la mia quotidia-
          rato più di certi altri.                                 na fatica, il rimpianto di tante belle avventure che ora
             Certo è che il tempo passa abbastanza bene e non      non mi resta che sognare.
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