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                                                                           “S.Massimo” (così fu denominato) fu tra i primi in
                                                                           diocesi a proporre attività formative, ricreative e cul-
                       Pauroso scontro                                     turali, sotto la guida del parroco, contento di offrire
                                                                           fiducia incondizionata ai suoi collaboratori!
                          a mezzanotte                                        Fu nel viaggio di ritorno da quel primo incontro


                                                                           che la macchina sulla quale viaggiavo fu investita, per
                                                                           disattenzione del conducente, da un’altra vettura pro-
                                                                           veniente da una strada periferica di Concordia. L’im-
                                                                           patto fu violentissimo e rimasi gravemente ferito. Tra-
                                                                           sportato d’urgenza all’ospedale, mi fu riscontrato lo
                     C’è chi afferma scherzando: “Un’occasione perduta     “sfondamento acetabolare” e dopo attente diagnosi ed
                   per l’ANSPI, che avrebbe potuto avere il suo martire”.  ingessature restai immobilizzato per quaranta giorni.
                     L’incidente nel quale fui coinvolto avvenne il 7
                   maggio 1993, proprio in occasione di un incontro, sol-     Ricordo con gratitudine quanti mi furono amore-
                   lecitato dalla parrocchia di Fossa di Concordia, dove   volmente vicini nella lunga degenza trascorsa in buo-
                   era in progetto l’apertura di un circolo ANSPI.         na parte, dopo quella ospedaliera, presso l’Istituto
                     Spettava al Presidente del Comitato di Zona illu-     Nazareno, per la cortese e fraterna accoglienza ed
                   strare le finalità dell’associazione e dare le indicazioni  ospitalità di don Ivo Silingardi.
                   necessarie per l’adesione di nuovi circoli.                Fabio De Caroli, che presso lo stesso istituto stava
                     L’incontro, svoltosi a Fossa, suscitò molto interesse  facendo il servizio militare come obiettore di coscien-
                   e diede in seguito i frutti sperati. Il Circolo         za, fu un premuroso assistente, giorno e notte, per le
                                                                                           difficoltà che riscontravo nel muover-
                                                                                           mi in modo autonomo.


                                                                                              Elencare le persone che hanno of-
                                                                                           ferto nel lungo periodo della malattia
                                                                                           la loro attenzione non sarebbe facile,
                                                                                           ma l’affettuosa, quotidiana presenza di
                                                                                           Sebastiano Pangallo resta nel mio ri-
                                                                                           cordo come segno di straordinaria
                                                                                           sensibilità difficile da dimenticare.


                                                                                              Quando il vescovo Mons. Staffieri,
                                                                                           il mattino dopo l’incidente, si recò
                                                                                           all’ospedale per farmi visita, un po’
                                                                                           imbarazzato, anche perché i referti
                                                                                           evidenziavano gravi perplessità, disse
                                                                                           scherzosamente: “Ma che cosa hai
                                                                                           fatto? Non si va in giro di notte!”
                                                                                              Ero ancora stordito, ma cosciente e
                                                                                           in grado di accogliere la battuta… e
                                                                                           risposi: “Non in cerca d’avventure,
                                                                                           Eccellenza. Sono andato a fare ciò che
                                                                                           dovevo. Non ci sono orari… e c’è
                                                                                           sempre tempo per ciò che si ama”.
                   Don Nino fa i primi passi dopo l’incidente, in compagnia del confratello e amico
                   don Ivo Silingardi che lo ha premurosamente accolto e fatto assistere con costante
                   attenzione per oltre un mese nell’Istituto Nazareno da lui fondato e diretto.
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