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Una missione da compiere                                                                                   57


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          L’Oratorio aderisce                                      motori dell’iniziativa, prendendo contatto con i vesco-
                                                                      Mons. Belloli e don Carlo si fecero instancabili pro-
                        all’ANSPI                                  vi diocesani, con i responsabili della pastorale giova-

                                                                   nile, partecipando ai convegni sacerdotali per illustra-
                                                                   re l’urgenza di affrontare un problema di così rilevante
                                                                   importanza.



                                                                   “Subito un oratorio
             Negli anni detti “della contestazione”, tra il ’70 e  in ogni parrocchia”
          l’80 dello scorso secolo, una crisi profonda investì
          anche i movimenti associativi, religiosi e non.             A Carpi l’accoglienza fu senza riserve. Era vescovo
             Anche gli oratori in qualche regione si svuotarono,   allora mons. Prati che indicò decisamente un program-
          anche per il disimpegno degli animatori che si rifiuta-  ma per dar vita agli oratori, cosa problematica per la
          vano di continuare a fare i baby sitter.                 nostra diocesi senza tradizioni oratoriale. E lanciò lo
             L’Azione Cattolica mise in discussione la sua “ob-    slogan: “Subito un oratorio in ogni parrocchia, subito
          bedienza”, alla ricerca di un’autonomia che la rendes-   un circolo giovanile per ogni parrocchia”.
          se più responsabile nell’attività apostolica.               Un programma ambizioso che solo in parte fu rea-
             Il movimento scout fu soltanto sfiorato dalla conte-  lizzato e con la gradualità necessaria.
          stazione; portò avanti, invece, importanti innovazioni      L’oratorio cittadino, che era in condizione privile-
          al suo interno, come la scelta della coeducazione, raf-  giata, per l’attività che svolgeva da anni, aderì
          forzò i suoi quadri e crebbe il numero dei suoi asso-    all’ANSPI con un numero di iscritti che superò le 300
          ciati, anche se l’aria che si respirava in quegli anni   unità.
          ebbe il suo influsso anche sull’Agesci.
             In questa situazione considerata problematica an-        Fu poi costituito in Diocesi il primo Comitato Zonale
          che dalla Chiesa italiana, qualcuno ebbe importanti      con il compito di raccogliere le adesioni dei nuovi
          intuizioni. Non bisognava farsi travolgere dalla tempe-  oratori e dei nuovi circoli giovanili e di coordinarne le
          sta che imperversava anche sugli oratori, strutture ed   iniziative.
          organizzazioni che avevano dato prova di essere anco-       La presidenza fu affidata al Direttore dell’oratorio
          ra utili, anzi necessarie, per l’educazione cristiana della  cittadino che divenne anche sede del Comitato stesso.
          gioventù.


             Nacque l’ANSPI (Associazione Nazionale San Pa-
          olo Italia) voluta e benedetta da Paolo VI che ne ap-
          provò programmi e statuti. L’associazione si propone-
          va di rilanciare in Italia gli oratori per i ragazzi e i
          circoli giovanili per gli adulti.
             L’ispiratore fu un sacerdote bresciano, già promo-
          tore di altre esperienze, soprattutto in campo catechi-
          stico: don G.Battista Belloli con l’intelligente ed ap-
          passionata collaborazione di don Carlo Pedretti diven-
          tò il “segretario” fino al raggiungimento dell’età
          pensionabile.

             Bisognava coordinare tutti gli oratori con il bene-
          stare dei vescovi e in collaborazione con chi già ope-
          rava nel settore (FOM, oratori milanesi e salesiani)
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