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                     Bisogna ricordare l’inizio del suo ministero sacer-   Una corsa “dissacrante”?
                   dotale in Cattedrale. Erano tempi d’oro, allora, per la
                   disponibilità di tanti sacerdoti. In Duomo con don         Una notte don Sergio, che di giorno non aveva mai
                   Sergio erano vicari cooperatori don Vilmo Forghieri e   tempo per la ricreazione e il riposo, abituato com’era
                   don Giordano Rossetti. Nel 1954, chiamato dal vesco-    ad andare sempre “di corsa” per i mille impegni che
                   vo mons.Prati da Mirandola a Carpi, fui accolto come    assillavano la sua giornata, organizzò coi suoi colleghi
                   ospite dal parroco della Cattedrale mons.Pio Tarabini   sacerdoti una corsa in bicicletta, a luci spente, per le
                   e mi resi disponibile a collaborare con gli altri due   navate della Cattedrale.
                   confratelli nell’attività pastorale, in attesa di un servi-  Un’impresa un po’ dissacrante, ma don Sergio per
                   zio definitivo.                                         giustificarsi affermava che “si giocava in casa” e che
                                                                           il Signore avrebbe chiuso un occhio.
                     E’ di quegli anni un divertente aneddoto che poteva      L’occhio non lo chiusero le pie donne della prima
                   diventare oggetto di scandalo per le “persone deboli”.  messa (che si celebrava in Duomo alle 6 del mattino)
                                                                           le quali, incuriosite, si interrogavano l’un l’altra sui
                                                                           segni di ruote di biciclette ben visibili sul pavimento
                                                                           della chiesa. Non ci fu risposta. Se avessero conosciu-
                                                                           to la verità dei fatti ne sarebbe andata di mezzo la loro
                                                                           fede.
                                                                              L’impresa per anni restò un mistero gelosamente
                                                                           custodito dai giovani preti piuttosto irrequieti e
                                                                           scanzonati.

                                                                              Ma l’impresa più bella, e non per gioco, per la
                                                                           sensibilità maturata nell’Opera Realina, fu la ripresa
                                                                           dell’Oratorio cittadino “dopo 14 anni dalla sua chiusu-
                                                                           ra”, così ha scritto lui. L’iniziativa pastorale che anco-
                                                                           ra ha seguito.
                                                                              Erano venuti maturi i tempi. Si erano create le con-
                                                                           dizioni favorevoli con la disponibilità di spazi che
                                                                           quattordici anni prima sarebbero sembrati un sogno.
                                                                           Don Sergio nel libro dei verbali scrisse “per la gene-
                                                                           rosità della signora Sartoretti”.
                                                                              E non accenna (non si sa perché) all’opera educativa
                                                                           intrapresa così felicemente da don Vincenzo Benatti e
                                                                           ai grandi spazi che per la sua iniziativa e il suo impe-
                                                                           gno si stavano gradualmente ristrutturando.

                                                                              Avuto il benestare del Vescovo Mons. Dalla Zuanna
                                                                           e quello della Fondazione ACEG, l’oratorio iniziò uf-
                                                                           ficialmente la sua attività domenica 2 marzo 1952 con
                                                                           una Messa solenne celebrata in S.Ignazio con la par-
                                                                           tecipazione di oltre trecento ragazzi provenienti da tutta
                                                                           la città.
                                                                              Don Sergio ispiratore e fondatore della nuova isti-
                                                                           tuzione nata nell’ambito delle attività promosse
                                                                           dall’ACEG rivestirà l’incarico di direttore fino all’ot-
                                                                           tobre 1953.
                   Particolare della Cattedrale, dove don Sergio
                   ha svolto i primi anni di ministero pastorale.
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