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54 Una missione da compiere
limitarsi al semplice nozionismo, anche se raggiunto
con formule didattiche moderne, ma divenire educa-
zione alla vita cristiana.
Gesualdo Nosengo, illustre pedagogista, affermava
che il fanciullo non deve considerarsi un sacco da riem-
pire suo malgrado, ma un fuoco da suscitare, un germe
da sviluppare liberamente verso la vita, perché il fan-
ciullo trova felicità nell’agire. Per cui l’azione è biso-
gno e felicità, mentre l’inazione passiva è sofferenza.
Fin dai primi anni, come si evince da quello che fin
qui è stato detto, ci fu la volontà di svolgere una
catechesi ordinata, sistematica e vitale.
Vitale: perché fosse risposta ai problemi della vita;
perché si celebrava nella liturgia;
perché praticamente veniva suggerito di viverla al-
l’oratorio, ma anche fuori: in famiglia, fra gli amici,
nel gioco, nella scuola.
Allo scopo veniva ogni settimana preparata la cele-
brazione dell’Eucaristia in Cattedrale con frequenti
riferimenti alla vita oratoriana.
Si organizzavano straordinarie manifestazioni di pre- Mons. A.Bellini, arciprete della Cattedrale,
ghiera e d’azione come la Missione dei Ragazzi. consegna il primo premio a Brunetto Salvarani.

